Il nostro corpo è progettato per auto-guarirsi?

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L’autoguarigione è solo un mito new age, oppure esistono dei presupposti scientifici che confermano questa funzione fisiologica del nostro corpo? Per rispondere a questa domanda pensa a quando ti tagli maneggiando una lama: immediatamente il corpo elabora dei sistemi fisiologici, che nel giro di poco tempo saldano la pelle per impedire il sanguinamento. Questo è un meraviglioso sistema di autoguarigione!

Ma allora come mai circa 24 milioni di persone solo in Italia (dati pubblicati dall’Osservatorio sulla Salute nel 2019), soffrono di patologie degenerative, senza contare i traumi e le patologie acute? Ci sono dei motivi per cui il corpo è in grado di ripristinare la pelle dopo una ferita, ma nello stesso tempo può costruire dei “calcoli” dentro un rene oppure una cistifellea, generando così un disturbo cronico?

Perché ci ammaliamo

Secondo Ryke Geerd Hamer, il medico tedesco che ha elaborato le Cinque Leggi Biologiche della Nuova Medicina Germanica, la malattia, soprattutto quella cronica, nasce da un “trauma”. Un trauma è definito come un evento imprevisto che non riusciamo a “digerire”, il quale genera una reazione di difesa inconscia che si instaura nei nostri schemi energetici e continua a “lavorare” dalla profondità.

L’organo o l’apparato “elettivo” che viene colpito dipende dalla predisposizione personale, la quale a sua volta è caratterizzata dall’eredità parentale, dal compito di vita, esperienze vissute, ecc. Infatti il nostro tessuto emotivo inizia a formarsi già tre mesi prima del concepimento, continuando a tessere questa rete interiore di comandi fino al sesto anno di età (quindi il totale fa sette anni).

 

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il corpo: un insieme di messaggi sottili trasformati in realtà materiale

 

La tradizione taoista ci trasmette qualcosa di molto simile, ovvero: tanto per cominciare un’esperienza vissuta che ha segnato la persona agisce nelle sette generazioni precedenti e nelle sette successive. Inoltre, quando il Cuore Imperatore dà il via all’incarnazione porta con sé i talenti, ma anche i demoni (collegati ai Po), cioè i blocchi della personalità che costituiscono le sfide in quella vita, per l’individuo.

Nella Medicina Cinese si dice che laddove l’energia scorre c’è salute (dunque anche autoguarigione), mentre dove l’energia non passa, cioè non fluisce, c’è malattia. L’energia smette di scorrere in seguito ad una situazione emotiva non risolta.

Quindi, anche osservando il processo da diverse angolazioni, giungiamo allo stesso punto: la malattia vera e propria non è qualcosa che ci colpisce da fuori, ma qualcosa che, evidentemente, nasce dentro di noi.

 

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Malattia = conflitto

Hamer, addirittura, ci insegna che la malattia (o meglio ciò che noi siamo soliti definire “malattia”), non è altro che un tentativo del corpo di porre rimedio al danno biologico generato dal trauma. Il che sovverte completamente la visione dell’equilibrio umano!

In poche parole ognuno di noi si ammala (non certo dall’oggi al domani, ma nel tempo probabilmente sì), quando vive una vita che non risponde al suo bisogno espressivo profondo. In poche parole: quando si esce dal percorso stabilito dalla nostra anima (Ming).

Il corpo, a modo suo, cerca di metterci una pezza quando la sofferenza determinata dalla divisione (conflitto = dualità), produce un cortocircuito nelle connessioni neurali e, di conseguenza, un’alterazione nelle funzioni fisiologiche.

 

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Quanto incide la mente su corpo e sull’autoguarigione?

Mente ed emozioni sono strettamente collegate, in quanto la mente agisce, governando l’azione secondo le emozioni che la persona ha registrato nelle proprie memorie cellulari corporee. In questa visione il corpo è centrale, poiché è il registratore biologico del vissuto personale.

Possiamo considerare la memoria emozionale (corporea) come l’aspetto yin della situazione, mentre la mente e le azioni che essa dirige sono l’aspetto yang, cioè la manifestazione esterna. Perché la mente possa intervenire a favore dell’autoguarigione, è necessario che riceva un input diverso dal precedente. Infatti, essa non è in grado di distinguere fra ciò che ci fa bene e ciò che ci fa male. La sua interpretazione è totalmente neutrale.

Ecco perché, nell’ottica del superamento degli schemi energetici traumatici che alimentano il malessere, il lavoro prettamente mentale sortisce un effetto limitato. Se fosse così basterebbe venire a conoscenza della spiegazione razionale del proprio “trauma”, per scatenare all’istante l’autoguarigione. Invece non succede questo.

Quello che ci blocca, infatti, sono le memorie biologiche, cioè quei conflitti che si sono, ormai, registrati nel corpo fisico (in medicina cinese si dice che si sono “spostati nel livello costituzionale“, cioè nel jing), modificandone il funzionamento e mandando il blocco energetico in loop continuo.

Come rigenerare il proprio corpo

Tutto ciò ci fa capire, che, se non fosse ostacolato dalle memorie cellulari, il corpo sarebbe in grado di mantenersi in stato di salute e benessere senza tante difficoltà, compreso il fatto di autoguarirsi all’occorrenza. Anche la medicina ufficiale, infatti, ha compreso, per esempio, che la comparsa di un tumore ha molto a che vedere con il vissuto emotivo di una persona.

Quindi come possiamo attivare, o rinnovare, i meccanismi di rigenerazione che possono favorire l’autoguarigione?

 

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prenditi cura di te

 

Il primo metodo è agire sulle memorie corporee cristallizzate, attraverso due fattori potentissimi: RESPIRO E MOVIMENTO FINALIZZATO. Questi due fattori, lavorando in modo congiunto, riportano in superficie le memorie e permettono di rilasciarle gradualmente, liberando i meridiani dalle ostruzioni che ne ostacolano il funzionamento.

La ricerca scientifica sta gradualmente dimostrando che l’esercizio fisico contribuisce al miglioramento della salute, allungando anche la vita. Il movimento armonioso ed energizzante che si pratica nelle arti orientali è sicuramente un ottimo mix di corpo, mente e spirito, con effetto benefico maggiorato.

Pensare positivo aiuta a guarire

Non sono una fan (anzi al contrario), del pensiero positivo, perlomeno così come viene proposto attualmente, in quanto ripetere mentalmente delle frasi non cambia, in sé, le memorie biologiche.

Con “pensiero positivo” (quello che può concretamente predisporre il corpo alla capacità di autoguarigione), intendo il fatto di lavorare per superare gli schemi limitanti, le aspettative bloccate, i pregiudizi, ecc. Questo rende il pensiero più “pro-positivo”, il che genera, nel tempo, una realtà personale diversa: mi riferisco all’azione quantistica di “creare l’evento”.

Sperimentare la pace dentro di noi, con l’abbandono dei conflitti, disinnesca i meccanismi che ostacolano i tentativi di autoguarigione del corpo. Quindi, la cosiddetta “malattia” non è più necessaria, in qualità di processo di compensazione.

Ecco perché il punto di partenza per cominciare a ripristinare il benessere può essere quello di praticare respiro e tecniche di movimento, ma contemporaneamente riconoscere i conflitti che hanno diretto le nostre azioni fino ad oggi. Questo, naturalmente, sarebbe meglio farlo prima di dover passare attraverso la malattia!

 

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Meditare con il corpo aiuta l’autoguarigione

Cosa significa meditare con il corpo? Significa unire tutti gli aspetti, cioè il contatto profondo con il Sè, il respiro ed il movimento.

In realtà non si medita “per guarire”, ma si medita “per stare bene”. Non dimentichiamo che il focus dell’intenzione è importante per “dire” alla mente su cosa deve posizionarsi.

Infatti l’elemento fondante della legge di attrazione (a parte l’azione), è proprio l’emozione. Allenarsi a “sentirsi bene anche se…” educa la mente a focalizzarsi su aspetti diversi della vita. In questo processo il respiro è un supporto fondamentale.

Se vuoi sperimentare queste pratiche con me, puoi iscriverti al corso settimanale di meditazione corporea (Qi Gong Alchemico – Nei Gong – Nei Dan), metodo Iwakura. 

 

 

Le informazioni di questo articolo non sostituiscono il parere del tuo Medico. Non sospendere le eventuali terapie in corso.