Il Nunchi coreano, l’arte di sviluppare l’intuizione profonda nel quotidiano
Il NUNCHI coreano è uno dei concetti più intimi e sinceri che appartengono alla filosofia orientale e come tutti i principi filosofici è difficile da definire: possiamo identificarlo come la capacità di entrare in sintonia con gli altri e con ciò che ci circonda, per cogliere tutti quei “segni impercettibili” capaci di rivelare l’essenza, lo stato d’animo, le intenzioni.
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Il nunchi e l’empatia
Il concetto di Nunchi si avvicina molto alla nostra idea di “empatia”, ma non coincide con essa al 100%. O meglio, non coincide con l’idea diffusa che si abbina all’empatia.
Infatti, l’empatia odierna, che è stata fortemente contaminata dall’atteggiamento buonista che si è diffuso negli ultimi anni, è la tendenza a “compartecipare” emotivamente alle situazioni altrui. Ogni evento reso pubblico, infatti, è puntualmente accompagnato da una corrispondente ONDA EMOTIVA, che dura il tempo di una fiammata e lascia il tempo che trova.
Un tempo (molto) limitato, in cui tutti “piangono insieme o gioiscono collettivamente, o si indignano”, prima di tornare ognuno alla propria routine e dimenticarsi tutto.
Il nunchi coreano, invece, è diverso: coinvolge una forma di attenzione profonda e prolungata che coglie, secondo per secondo, i segnali del mondo. Qualcosa che non si riduce all’attimo di passaggio, ma è più simile ad un “sesto senso cellulare”.

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Il nunchi coreano è una vera e propria “bussola”
Nella cultura coreana, l’abitudine al “nunchi”, quindi all’attenzione verso lo stato d’animo degli altri al fine di mantenere l’armonia e non creare danno, viene trasmesso tramite l’educazione e l’esempio: ecco perché, spesso, noi occidentali notiamo come le persone originarie della Corea manifestino una insita gentilezza caratteriale, che non viene meno nemmeno quando sono arrabbiate o aggressive.
Tuttavia la sua applicazione riguarda tutti gli ambiti della vita: non solo le relazioni personali (famiglia, amici, vicini, ecc.), ma anche il mondo del lavoro.
Il nunchi coreano, infatti, è anche la “ricetta” attraverso la quale un Paese povero e privo di risorse è riuscito a diventare un polo tecnologico e commerciale in una manciata di anni.
Come?
Il nunchi è, prima di tutto, una forma di “attenzione focalizzata e capacità di fare collegamenti“, che non basta applicare a comando ma deve, letteralmente, diventare una componente del carattere. Non si può accendere e spegnere a seconda dei momenti.
Comporta, infatti, la capacità di adattarsi velocemente ai segnali esterni: non con una modalità di tipo manipolativo (anzi, è l’esatto contrario), ma con la sincera apertura nel cogliere i SUGGERIMENTI SOTTILI, aggiustando la rotta per fluire come acqua, nel mondo e nella vita.
Osservandola da un’ottica prettamente occidentale, possiamo paragonarla ad una modalità WIN-WIN, ovvero dove si trova (in modo veloce ed intuitivo), il punto di congiunzione fra le parti, per facilitare il flusso dell’energia. Dal punto di vista del rapporto con gli altri è una forma di grazia e gentilezza: non una sottomissione, ma qualcosa di analogo al “garbo” che non appartiene quasi più, purtroppo, alla nostra cultura.

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Cosa possiamo imparare dal Nunchi Coreano
Il nunchi coreano, a mio personale avviso, è un ANTI-EGO la cui applicazione quotidiana fa bene a tutti. Non tutti nascono con una capacità adattiva innata, ma l’aspetto positivo è che il Nunchi si può imparare e sviluppare con l’allenamento.
Quasi sempre, quando ci si approccia all’universo altrui o al mondo esterno (anche lavorativo), si adotta una prospettiva centrata su se stessi:
- Quello che IO desidero
- I MIEI sogni
- Quello che A ME fa bene
- La disciplina che MI piace
- Ciò che IO penso
- ecc.
Nulla di sbagliato, per carità. Si tratta, però, di una visione molto limitata: nel migliore dei casi ci permette di vedere solo il 50% delle opportunità possibili.
Iniziare a concepire IN MODO APERTO anche le possibilità che non fanno parte del panorama interno, apre molte più porte all’evoluzione, alla crescita personale e lavorativa, allo sviluppo di relazioni di vita e di lavoro complete ed appaganti, ecc.
Certo, è anche molto più impegnativo, ma non ne vale forse la pena?
Ricordo uno dei primi insegnamenti che ricevetti da un mio vecchio insegnante, quando ero all’inizio del percorso di studio (parliamo della preistoria, meglio non contare gli anni :). Mi è rimasto sempre impresso il discorso: “ Deborah, ricordati che ogni volta in cui una persona ti parlerà di se stessa, tu dovrai rimanere neutrale. Cerca sempre di vedere anche il suo punto di vista. Se non riuscirai a fare questo, confronterai te stessa con la sua situazione e per forza di cose giudicherai (o bene, o male). A quel punto avrai perso per sempre ogni possibilità di aiutare quella persona“.
Quell’insegnante usava la definizione “amore incondizionato”. Ma, ripensandoci adesso, penso che questa fosse una spiegazione molto vicina al concetto del nunchi coreano.

acqua e fuoco
La Medicina cinese ed il Nunchi Coreano
Ricollegandoci alla Medicina Cinese Antica, la capacità di compenetrare l’essenza dell’altra persona e di coglierne sfumature e bisogni è un dono (in forma diversa,) di due elementi: l’acqua ed il fuoco.
Ripeto: in forma diversa! Del resto si tratta di due forze opposte.
Le persone che possiedono, in notevole quantità, uno di questi elementi nella loro struttura innata (Bazi), riescono ad intuire con più facilità i segnali della vita, le necessità delle persone, le occasioni propizie, ecc.
Ma il bello del percorso spirituale secondo i principi della Medicina Cinese e la filosofia taoista, è che tutto può essere coltivato e sviluppato, provvedendo a COLTIVARE SE STESSI OGNI GIORNO. Grazie ad un allenamento costante, ogni aspetto latente può essere potenziato e guidato, per sprigionare energia e centratura.
Quindi, anche l’arte di costruire il proprio Nunchi è una via da percorrere per raggiungere l’equilibrio e la serenità, realizzando una vita allineata secondo i principi di realizzazione, prosperità e successiva condivisione, che pur appartenendo alla Via Dei Nove Palazzi cinese, sono sicuramente affini ai valori del Nunchi Coreano.