Scoprire se stessi ed emanare la propria vera aura spirituale
Per scoprire se stessi fino in fondo, occorre avere il coraggio di rinunciare alle “maschere sociali”, ovvero tutti quei ruoli che abbiamo accettato di ricoprire per farci accettare dalla tribù o provare un senso di sicurezza, ma che, in fondo, non producono felicità. Scoprire e realizzare se stessi è uno dei principi fondanti della filosofia taoista… forse, tra tutti, quello che seguo con più intensità.
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Se non piaccio a tutti, muoio!!!
Anticamente, chi veniva escluso dalla comunità era destinato a morte certa: l’esilio dalla sicurezza di un riparo, dalla difesa dai predoni o dagli animali feroci, dalla certezza del cibo, costituiva una motivazione potente per evitare di diventare dei “rifiutati”.
Ecco perché ognuno, a livello del tutto inconscio, si lasciava facilmente addomesticare dalle aspettative, giuste o sbagliate, prescritte dal mondo esterno. La paura è sempre stata un grande deterrente (lo vediamo ancora oggi).
Oggi l’esclusione è puramente formale, ce ne rendiamo conto perfettamente: avere una casa non dipende unicamente dalla benevolenza della società, così come il cibo: possiamo reperirlo nei negozi, anche se abbiamo appena litigato col vicino di casa o col Sindaco in persona.
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Tuttavia, la manipolazione è divenuta più sottile. L’avvento dei “social” ha allargato la tribù, dando l’errata percezione che se non ho tanti like o tanti “amici” sul web, non esisto (= sono morto).
In questo ambiente tossico, a farne le spese sono spesso gli anticonformisti, quelli che non la pensano come la massa, che mantengono vivo il proprio libero arbitrio in un mondo ancora troppo “inquadrato” e benpensante. In un simile contesto, scoprire se stessi in profondità richiede molto impegno e tanta pazienza.
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Scoprire se stessi, prima di trovare il proprio spazio
Perché, dunque, fare fatica con la ricerca interiore / spirituale, quando sarebbe molto più comodo seguire il gregge, dire ciò che vogliono gli altri, adeguarsi al pensiero unico?
A chi sente dentro il calore della scintilla divina che spinge verso la ricerca di nuovi orizzonti, questa prospettiva appare inaccettabile, ma è tutt’altro che facile. Ci sono talmente tanti condizionamenti da “sbucciare” uno ad uno, che sembrano non finire mai.
Ogni individuo fuori dagli schemi trova laborioso ritagliarsi un proprio spazio, proprio perché le categorie sono create per le masse. Se cammini fuori dal sentiero, devi inventarti (e costruirti da solo!), una strada.
Questa strada comincia con una domanda fondamentale: chi sono, al di là dei miei ruoli?
Molto spesso ciò che crediamo di essere non corrisponde a ciò che siamo in realtà. L’idea che ci siamo fatti su di noi è una rete di informazioni che (per l’80-90%), è frutto dell’esperienza e dell’opinione degli altri. Quindi, prima di creare il nostro spazio (a tutti i livelli), occorre eliminare le sovrastrutture e liberare il nucleo profondo.
Ecco perché è necessario, prima di tutto, scoprire se stessi, anche in quegli aspetti che non conosciamo ancora.

Quanto emerge della tua vera essenza?
Ti senti “riconosciuto” per ciò che sei o vorresti apparire diverso?
Di rado un individuo è autentico al 100%. Non per ipocrisia voluta, ma per necessità: a seconda delle circostanze accendiamo e spegniamo i nostri talenti, gli aspetti del temperamento, i comportamenti, in modo da evitare scontri e pericoli. E’ una questione di … difesa della sopravvivenza.
Il problema è che, crescendo, questi meccanismi di adattamento diventano automatici ed involontari, cioè si innescano senza l’intervento della consapevolezza. Così, un giorno dopo l’altro plasmano la nostra esistenza, le scelte, la realtà che viviamo e non solo: costruiscono dei files epigenetici, memorizzati dentro le cellule.
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Ormai sappiamo che il DNA non è una struttura che lavora in modo fisso, ma è adattabile: ciò che modifica il suo funzionamento è l’ambiente esterno. Per ambiente intendiamo: aria, luogo, cibo, stile di vita, EMOZIONI, PENSIERI, ecc.
Scoprire se stessi, ed identificare quelle memorie che costituiscono il pilota automatico della nostra vita (portandola, il più delle volte, dove non vogliamo), è sicuramente una fase fondamentale per arrivare a riconoscerci ed amarci come siamo.
Troppo spesso, infatti, le persone intraprendono dei percorsi per cambiare se stessi, al fine di assomigliare a qualcuno che ammirano (o invidiano), mentre il vero tesoro da manifestare è nascosto dentro di loro ed è unico.
Sentirsi “riconosciuti” è un desiderio, un bisogno, che tutti abbiamo come esseri umani. Ma per sentirsi veramente bene dobbiamo rispecchiarci in ciò che viene riconosciuto di noi: se siamo la copia di qualcun altro, questa identificazione non può avvenire.
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Svelare se stessi: ecco come sprigionare la tua VERA aura personale
Qual è la tua frequenza, la tua vibrazione, la tua nota individuale? Per conoscerla devi passare da dentro, e per “dentro” si intende, prima di tutto, il Dantian Inferiore.

Dantian
Lì c’è la tua impronta ancestrale, la pietra preziosa che hai portato con te incarnandoti.
Scoprire se stessi lavorando nel Dantian, rende possibile far venire a galla tutte le sovrastrutture applicate nel corso degli anni dall’educazione, dai messaggi sociali, dai condizionamenti di ogni origine. Uno dopo l’altro potrai vedere in faccia i blocchi energetici e le chiusure, cambiando la visione e l’interpretazione.
Dato che il cervello si “ricicla” completamente una volta al mese, la graduale correzione degli schemi di pensiero immette nuovi messaggi nel nostro database inconscio. Agire sul Dantian è un mezzo profondo e risolutivo per cambiare completamente (in meglio!) la percezione che abbiamo di noi stessi, eliminando le paure ed aumentando l’autostima, grazie al radicamento stabile nel qui-e-ora.
Permette anche di ripristinare l’equilibrio dopo periodi di stress, emozioni scompensate, traumi.
Tutto questo accresce il livello vibrazionale, portando il campo ad una frequenza più elevata e benefica. Ecco perché l’aura inizia a brillare di una tonalità diversa, sempre più allineata con la frequenza del tuo essere completo.
Ed ecco per quale motivo, proprio il Dantian Inferiore è il punto da cui partire, il primo centro energetico su cui lavorare. L’esercizio fisico, l’alimentazione, il nei gong, il respiro… tutti questi metodi possono essere considerati un mix per riportare la giusta consapevolezza nella realtà fisico-spirituale.
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